

La ricerca floristica nelle Langhe e nel Roero
Fin dalla preistoria l’uomo si interessò alla conoscenza o almeno all’analisi empirica delle piante, al fine di poter discernere tra piante utili e piante dannose. Con il passare del tempo questo interesse divenne sempre più rilevante; nelle epoche passate i vegetali erano in particolar modo esaminati per fini alimentari e terapeutici.
Solo a partire dal rinascimento lo studio delle piante assume un aspetto puramente scientifico, metodi di classificazione moderni indussero gli scienziati a riunire le varie specie, cercando di riconoscerne l’affinità biologica, la morfologia, l’anatomia, la natura chimica e negli ultimi tempi ulteriori sviluppi di ricerca stimolano gli studiosi a conoscerne la distribuzione geografica, gli habitat vegetativi, le associazioni vegetali, al fine di migliorarne la tutela e la salvaguardia.
Nell’ampio panorama di grandi ricercatori e studiosi piemontesi (Allioni, Bertoloni, Re, Balbis, etc.) che fin dal ’700 hanno indagato la flora e il territorio pedemontano, un posto di rilievo spetta ai ricercatori che hanno studiato ed esaminato il manto vegetale di Langhe e Roero.
Le prime rilevanti ricerche floristiche nel nostro territorio sono da attribuirsi a Carlo Bertero di S. Vittoria d’Alba (1789-1831) medico ed esploratore, insigne botanico di fama mondiale, noto soprattutto per le sue importanti ricerche in America latina, Columbia, Venezuela, Antille, dove raccolse e classificò una enorme quantità di piante di cui oltre 300 specie sconosciute alla scienza; purtroppo scomparso in età prematura a soli 42 anni causa il naufragio della nave che lo conduceva da Thaiti a Valparaiso.
Bertero durante le sue vacanze a S. Vittoria compì assidue erborizzazioni prevalentemente nell’area albese e gran parte degli esemplari raccolti è conservata presso l’Herbarium Pedemontanum di Torino. Molte delle specie raccolte da Bertero nel territorio di Langhe e Roero sono da considerarsi ormai estinte, in quanto queste zone sono in parte notevolmente degradate e compromesse.
Alla fine del ‘800 nel Roero condussero sistematiche ricerche floristiche Federico Craveri esploratore ed il fratello Ettore, prevalentemente nei dintorni di Bra, essi raccolsero diverse entità vegetali, conservate presso il museo a loro dedicato nella città di Bra.
Ai primi anni del ‘900 compare la prima pubblicazione di entità vegetali attinente espressamente le Langhe, ad opera di Ferraris e Ferro, docenti della scuola Enologica, riguardante erborizzazioni svolte nei dintorni di Alba.
Merita attenzione la ricerca condotta nelle Langhe cebane da G. B. Romano di Castellino Tanaro (1810-1877) erborizzò nei dintorni di Ceva e nella valle Tanaro. La sua ricca raccolta è conservata nell’Herbarium Pedemontanum di Torino.
Una rilevante opera specifica di alto valore scientifico relativa alle aggregazioni vegetali del Roero va attribuita a Francesco Sappa di Canale (1915-1957) assistente alla cattedra di botanica dell’università di Torino. Nel 1939 pubblicò i risultati delle sue indagini scrupolose ed articolate sulla flora delle fitocenosi boschive del Roero centrale, “Ricerche sulla vegetazione boschiva a Pinus sylvestris L. nella regione di Canale”.
La prima importante raccolta di entità floristiche sviluppatasi in gran parte nel territorio delle Langhe è da attribuirsi a Fernando Vignolo Lutati di Castiglione Falletto (1878-1965) professore di merceologia all’università di Torino, profondo conoscitore della flora del Piemonte. Amante delle Langhe dove trascorreva le vacanze, le indagò per mezzo secolo raccogliendo numerosi campioni di piante e dal 1929 al 1960 pubblicò una serie di lavori floristici includenti in parte dati già attestati (circa 1300 specie, alcune non più valide secondo le ultime conoscenze scientifiche) rappresentanti gran parte della flora delle Langhe.
La più completa ed organica ricerca floristica sviluppatasi sul territorio di Langhe e Roero è da attribuirsi a Giacinto Abbà di Cravanzana (1914-2002). La sua ricerca si è sviluppata in molte zone del Piemonte, in 35 anni di fruttuosa attività ha raccolto ed attestato circa 25.000 esemplari di piante depositati nei musei di Torino, Alba e Bra.
Con un lavoro instancabile e meticoloso G. Abbà ha studiato e documentato circa 1300 specie raccolte nelle Langhe e oltre 1100 specie nella “Sinistra Tanaro”. Si tratta di un’opera completa ricca di informazioni sugli ambienti relative alle zone di raccolta. Le collezioni di G. Abbà forniscono un importante contributo allo sviluppo della ricerca botanica in Piemonte.
Nel 2000 il “Museo Regionale di Scienze Naturali” di Torino ha pubblicato la raccolta completa delle sue ricerche “Le collezioni di Giacinto Abbà” (Pistarino, Forneris, Fossa).
Per una dozzina di anni ho condiviso le mie ricerche con Giacinto Abbà collaboratore del museo di Scienze Naturali di Torino, Oreste Cavallo collaboratore del museo Eusebio di Alba e Franco Rota collaboratore del museo Craveri di Bra, spero in futuro di poter continuare ad assicurare il mio contributo a queste importanti istituzioni naturalistiche.
